Yehudah Halevi (1075-1141) è stato uno dei più grandi studiosi, poeti e filosofi dell’era d’oro dell’ebraismo spagnolo. È nato a Toledo e morto a Il Cairo, o secondo alcuni studiosi, in Terra d’Israele. Era medico e musicista (fu nominato cantore di Sion) nonché grande e prolifico autore di componimenti lirici. Halevi è noto anche per il suo straordinario saggio in arabo Kuzari, ovvero “il libro dell’argomentazione e della prova in difesa della religione disprezzata”. “Nelle sue liriche religiose”, scrive Luigi Cattani, “la verità e l’interiorità del sentimento si fondono e creano armoniosamente una perfezione formale”. Le poesie di Halevi, che citano con sapienza le fonti bibliche, vengono chiamate “Sionidi”, una vasta opera poetica che fa parte del canto liturgico e si integra nella conoscenza secolare del patrimonio culturale ebraico.

"Il mio cuore è in oriente e io sono all’estremo occidente:
come potrei gustare quanto mangio, come potrei gradirlo?
In che modo scioglierò i miei voti e i miei vincoli,
finché Sion giace nei ceppi di Edom e io nelle catene
d’Arabia?
Poca cosa è ai miei occhi abbandonare tutti i beni di Spagna,
mentre è ad essi prezioso vedere la polvere del Tempio in rovina! "

Sarah Kaminski, Università di Torino foto qui sotto